martedì 28 aprile 2015

EMO PICCIONI

scomparso da Fontaneto d'Agogna(NO) il 31/10/2005



Una delle scomparse che più hanno inquietato il pubblico,in particolare quello di Chi l'ha Visto,una delle poche trasmissioni che all'epoca trattò la vicenda.
Emo piccioni,piccolo imprenditore novarese di cinquantotto anni,sparisce in pieno giorno dalla piccola località di Fontaneto D'Agona,in Valsesia,nel novarese.
Era un cosiddetto "anziano" nella congregazione locale dei Testimoni di Geova,alla quale si era avvicinato già dai primi anni settanta;padre di due figli,era stimato per la sua saggezza e l'etica morale.



LA SCOMPARSA
Pomeriggio del 31 ottobre 2005:Emo Piccioni è all'interno della Sala del Regno di Borgomanero,dove si appresta ad incominciare una conferenza,quel pomeriggio una lettura di brani biblici spiegati,quando squilla il telefono.Lui risponde,e dall'altro capo del filo la voce di uno sconosciuto che lo esorta a recarsi a Pratosesia per la consegna di alcuni documenti,dice,smarriti forse da un confratello durante una precedente assemblea.
Emo Piccioni è disponibile,questa persona forse lo sà,ma dà il consenso a recarsi all'incontro solamente un'ora più tardi,una volta conclusa la lettura alla Sala del Regno.
Un altro confratello,presente durante la telefonata,si offre di raggiungere Pratosesia al posto di Piccioni:si reca dunque al lugo prescelto per l'incontro,davanti all'ufficio postale del paesino ed aspetta invano per qualche minuto.Non si presenterà nessuno.
Il confratello fa ritorno a Borgomanero e comunica l'incontro andato a vuoto con Piccioni,rimasto alla Sala del Regno per la conclusione del sermone.
Una volta finita la lettura,è proprio il signor Piccioni a recarsi da solo al luogo dell'incontro,da dove non farà più ritorno.Da questo momento non si saprà più nulla "dell'anziano" testimone di Geova.
Unica traccia di sè:la sua Fiat Punto bianca chiusa a chiave e parcheggiata di fronte all'ufficio postale di Pratosesia.







sabato 25 aprile 2015

GILBERTO CALZOLARI


scomparso da Bologna il 19 maggio 1997.
Gilberto Calzolari,geometra quarantasettenne,viveva una vita tranquilla;metodico,appassionato di trekking e innamorato della natura a tal punto da arredare la propria casa con piante e piccoli arbusti raccolti nei boschi.
Gilberto aveva molteplici interessi,come la speleologia e il trekking,la recitazione in teatro e la musica.
Geometra dipendente dell'Azienda Snam da 23 anni,pare che prima dell'improvvisa scomparsa avesse chiesto diverse settimane di ferie.


Nell'abitazione di Calzolari è stato trovato tutto in ordine:i vestiti nell'armadio,alcuni risparmi.
Nessun biglietto lasciato nell'appartamento mentre nell'auto,parcheggiata nel cortile,erano stranamente inserite le chiavi all'interno.
L'uomo è scomparso improvvisamente,senza nessun motivo apparente.
La notte che ha preceduto la scomparsa l'aveva passata a casa della compagna poi,l'indomani si era recato al Parco dei Gessi,nei pressi di San Lazzaro,per una camminata.
Dopodichè più nessuna traccia dell'uomo.

venerdì 6 giugno 2014

LUCA E MARIROSA - i fidanzatini di Policoro

Deceduti in data 23 marzo 1988 a Policoro (MT)

Accadde la notte fra il 23 e il 24 marzo del 1988: un delitto che si è tentato in tutti i modi di far passare per incidente domestico.Non sono bastati più di venti anni a chiarire il giallo sulla morte di Luca Orioli e Marirosa Andreotta:quello dei fidanzatini di Policoro è un giallo sempre vivo,e quando sembra che non abbia più niente da dire,da rivelare,ecco che produce di nuovo un'impennata che lo riporta in primo piano,rimettendolo al centro di passioni e sofferenze mai sopite.


Si archiviò il caso in fretta e furia dicendo che una scossa elettrica folgorò i due ragazzi mentre stavano facendo il bagno assieme,ma Marirosa aveva sulla nuca una ferita lunga 10cm da cui,si dice,continuava a uscire sangue perfino dentro la bara;ma anche sul corpo di Luca c'erano segni di violenza.
Di tutto questo nei verbali redatti quella sera non vi è traccia,ed il caso,incredibile a crederci,era stato chiuso lì per lì,
Sono stati i genitori di Luca a farlo riaprire,più volte,ma sempre senza esito: tra depistaggi,manipolazioni e false perizie,il caso fu definitivamente archiviato nel 1998 come 'morte per elettrocuzione'.




I FATTI


Lina Giannotti,la mamma di Marirosa,rientra a casa dopo un concerto nella tarda serata del 23 aprile 1988 e trova sua figlia,in compagnia del suo ragazzo Luca Orioli,privi di vita all'interno del bagno.

Luca è disteso supino fianco alla vasca da bagno,mentre Marirosa all'interno della medesima coperta dall'acqua e con una gamba fuori.
In terra alcuni vestiti,dell'intimo dei ragazzi.
Nella stanza vicina vengono trovati alcuni vestiti bagnati : i jeans di Luca fradici,una camicia  e una t-shirt umide.


LA SCENA DEL CRIMINE "UFFICIALE"


Ciò che si prospetta agli occhi dei genitori,del parroco,degli amici di famiglia e del medico legale nel bagno di casa Andreotta è la scena "ufficiale" depositata agli atti dai Carabinieri del Comando di Policoro quella sera.
La porta del bagno è socchiusa.Il cadavere della ragazza nella vasca da bagno con il capo e il corpo sommersi,mentre Luca è supino sul pavimento,con i palmi delle mani rivolti verso l'alto e un fungo schiumoso fuoriuscire dalla bocca.Segni di percosse sul corpo.
A terra un "caldo bagno"-stufetta elettrica -DeLonghi,acceso e funzionante.
Anche i termosifoni dell'impianto dell'abitazione sono accesi,così come la madre li aveva lasciati prima di uscire.La finestra è chiusa e la temperatura raggiunge i 30°: perchè accendere dunque anche la stufetta?



INDAGINI

le indagini vengono subito chiuse attribuendo il decesso dei ragazzi ad una scarica elettrica proveniente dal «caldobagno», acceso per riscaldare l’ambiente ma trovato regolarmente acceso con la spina attaccata. Successivamente, si è ipotizzata l'asfissia da moossido di carbonio causata dallo scaldabagno a metano installato al di sopra della vasca da bagno. Entrambe le ipotesi non hanno mai convinto le famiglie dei due giovani. 





LA "PRIMA" SCENA DEL CRIMINE.



Secondo alcune testimonianze però ,circa una mezz'ora prima che la Giannotti rincasasse e trovasse i due cadaveri nel bagno,un gruppo di cinque o sei persone si erano già intrattenute sulla scena del crimine : fra questi tre carabinieri e il Maresciallo di Montalbano Jonico,Giovanni Pagano,e un fotografo convocato da questi ultimi.
Non del tutto certa la presenza inoltre del Vice-Pretore Ferdinando Izzo.

Il gruppetto di persone,non ci è dato sapere avvisati da chi ,escono dall'abitazione appena qualche minuto prima che la madre di Marirosa rientri a casa.

Per vent'anni questo gravissimo retroscena è rimasto nell'ombra più totale,probabilmente perchè i militari erano stati avvisati da qualcuno che indirettamente o direttamente aveva avuto a che fare con il duplice assassinio: sta di fatto che quattro lustri dopo qualcuno parla,e lo fa senza troppi giri di parole,pur essendo a conoscenza dei rischi a cui sarebbe andato incontro:"Le foto che scattai io raffiguravano una scena molto diversa da quella depositata agli atti"-
afferma Salvatore Cerabona,il fotografo arrivato a casa Andreotta durante il primo sopralluogo.


Le prima persone che la madre di Marirosa  ha avuto modo di allertare erano una vicina di casa amica di famiglia ed il Parroco di Policoro-Don Salvatore De Pizzo,che a sua volta chiamò il comando dell'Arma:è a questo punto che i militari tornano "ufficialmente" sul luogo del delitto.E' l'una di notte.Un inquietante buco temporale sottovalutato e ignorato nel corso delle indagini;a ragione di quest'importante inadempienza le foto del Cerabona che svaniscono nel nulla e non entrano mai a processo.
Lo scenario che si prospetta agli occhi del fotografo è sconcertante:l'uomo viene accompagnato dai Carabinieri a bordo di un pulmino e quando giungono di fronte a casa Giannotti è presente già una volante;come se non bastasse uno dei Carabinieri apre il portone della casa con delle chiavi.



SUBITO COMINCIA IL DEPISTAGGIO


Gli insabbiamenti cominciano quella notte stessa e proseguono anche il giorno dei funerali dei ragazzi,quando il Parroco Don Salvatore De Pizzo si preoccupa di telefonare agli amici dei fidanzatini per consigliare loro di "distruggere lettere e biglietti scritti da Luca e Marirosa":altro particolare agghiacciante che la dice lunga sul tipo di personaggi che orbitavano intorno alla comunità jonica.
La scena del crimine che si prospetta davanti agli occhi di chi arriverà a partire dalla madre di Marirosa è dunque mutata:i due corpi sono stati spostati e Luca è steso supino sul pavimento,nudo di fianco alla vasca da bagno,con i palmi delle mani rivolti verso l'alto;mentre in altri documenti si segnalano altre foto "non fascicolate" di matrice fra loro differente (scattate dunque con diverse macchine) - non è dato sapere se relative agli scatti del supertestimone Cerabona- che vedono Luca posto sopra due asciugamani in posizione diagonale con le braccia incrociate sopra il ventre,prova che la scena del crimine è stata modificata da qualcuno:ad accompagnare queste ultime fotografie nessun tipo di relazione ufficiale della Magistratura:dunque il materiale è stato depositato ma non ufficialmente segnalato in alcun tipo di relazione descrittiva.


IL SUPERTESTIMONE RITRATTA 


Il mistero nel mistero nasce quando Cerabona,settimane più tardi l'aver dichiarato le incongruenze sugli spostamenti e sui modus operandi dei Carabinieri quella notte,ritratta poi davanti al PM ,ammettendo le sue insicurezze inerenti agli orari dell'entrata in casa assieme ai militari e le chiavi in possesso all'agente,motivate del fatto che gliele avesse consegnate la stessa signora Giannotti,madre di Marirosa,già rientrata a casa.





CAUSE DEL DECESSO


Sorvolando di netto l'ipotesi assurda dell'incidente domestico è chiaro come il delitto sia stato premeditato da chi conosceva  i due fidanzatini.
I due ragazzi sono stati dapprima tramortiti,picchiati da più di una persona e successivamente annegati (al fine di simulare la morte da elettrocuzione).
Luca Orioli presentava importanti ematomi ai genitali e nel basso ventre in particolare ad un testicolo gonfio in maniera spropositata.L'osso ioide del ragazzo era fratturato andando ad avvalorare l'ipotesi dell'annegamento con strangolamento.
La ragazza presentava una ferita molto seria sulla nuca,di carattere lacero contuso,che sicuramente ne ha determinato il decesso; un buco profondo dieci centimetri provocato da un corpo contundente sconosciuto.
Luca e Marirosa presentavano inoltre macchie e puntini rossastri in diverse zone del corpo,di natura non ipostatica e interpretabili come segni di violenza per azione di pressione,afferramento e trascinamento esercitata sui due corpi e infine , un evidente fungo schiumoso dalle inequivocabili caratteristiche(colori,aspetto,continuità di presenza) che lo rendevano segno patognomonico di sicura interpretazione,ovvero l'annegamento.


LA FALSA IPOTESI FOLGORAZIONE-INTOSSICAZIONE



Il caso viene frettolosamente chiuso attribuendo la morte ad una stufetta difettosa che avrebbe provocato per via di una folgorazione l'arresto cardio-circolatori dei due ragazzi : la stufetta però funziona regolarmente una volta trovati i corpi e  il tutto viene dimostrato in sede processuale dall'Azienda produttrice-la DeLonghi,che certifica che il "caldobagno" non era assolutamente difettoso:dunque viene assolta dopo una causa da parte dei parenti.
La seconda ipotesi,quella per avvelenamento per monossido di carbonio,vedrebbe Marirosa che durante la doccia avrebbe perso i sensi improvvisamente per effetto dell'inalazione di monossido di carbonio sprigionatosi dalla caldaia interna al bagno;cadendo avrebbe battuto violentemente la nuca al pomello della doccia,procurandosi quella ferita sospetta a mezza luna che sanguinava anche ad alcune ore dalla morte.
Luca vedendo la ragazza accasciarsi avrebbe tentato di salvarla ma nel frattempo avrebbe subito anche lui gli effetti del monossido.Una tesi avvalorata anche dal Professor Introna,dalla presenza di carbossiemoglobina allo stato gassoso,rimasta imprigionata nel tessuto muscolare dei due ragazzi.Pare che le quantità rilevate non siano particolarmente consistenti ,anche se maggiori nei tessuti di Luca,che "sarebbe" stato il secondo a morire.



I PRECEDENTI


Luca Orioli era oggetto di scherzi pesantissimi da parte dei suoi "amici":in particolare una circorstanza mai del tutto approfondita ci sarebbero i due fidanzatini a Napoli,la città dove Marirosa studiava architettura,rimasti chiusi all'interno dell'appartemento dove la giovane soggiornava nel periodo universitario.
Luca in quei giorni era andato a trovarla e qualcuno li aveva chiusi dentro costringendo i ragazzi a chiamare i Pompieri.
Il fatto è avvenuto pochi giorni prima della morte dei due ragazzi ma non è mai stato del tutto chiarito.
Molto hanno però attribuito anche a scherzi di questo genere lo stato d'animo turbato dell'Orioli nel suo ultimo giorno di vita.


LA TESTIMONIANZA DELLA MADRE DI MARIROSA


Antonia Giannotti ha ripercorso le vicende partendo da quella notte di marzo dell'88 quando scoprì i corpi nel bagno:la signora viene fatta calmare dai Carabinieri presenti sulla scena del delitto che però si rivelano distratti e maldestri.La madre di Marirosa in lacrime urla come non possa essere stato un incidente provocato dall'elettricità ma già il medico chiamato dai Carabinieri afferma che si tratta di elettrocuzione.
Ma l'impianto è a norma e la vasca costruita in materiale isolante.

L'AUTO DI MAZZIOTTA


Alcuni testimoni hanno affermato di aver distintamente notato una Fiat Panda di colore scuro uscire a retromarcia dalla casa di Marirosa nella serata del 23 marzo,qualche ora prima che i due ragazzi fossero rinvenuti cadaveri.
L'auto è molto simile a quella della madre di Marirosa,che però si trova ad un concerto;messo alle strette-Walter Mazziotta (l'amico di Luca)- confessa che era proprio lui.
In un primo momento dice di esser transitato lungo la via dove si trova l'abitazione della ragazza e ,sapendo che anche Luca si trovava lì,voleva fare uno dei suoi soliti scherzi piombando a casa della ragazza violando la loro intimità:ma afferma di averci ripensato e di aver tirato dritto.
Poi sembra che ritratti e ammetta infine di aver parcheggiato sotto casa di Marirosa ma averci ripensato in quel momento e di esser ritornato indietro senza nemmeno scendere dall'auto.
Il Mazziotta,poi entrato nel registro degli indagati e prosciolto,quello stesso pomeriggio si era intrattenuto assieme  a Luca,il quale era da poco tornato da Milano dove studiava legge.I due avevano parlato un po e poi si erano salutati.Anche in questo caso è emerso un altro particolare che mette in cattiva luce Mazziotta:quest ultimo qualche ora dopo aver salutato Luca,piomba a casa sua chiedendo se si trovasse a casa ma,la madre Olimpia risponde che è fuori e il Mazziotta esce di gran carriera dalla casa.



LE RIVELAZIONI DEL PENTITO


Le rivelazioni risalenti al 2008 di Salvatore Scarcia,uno dei più noti boss del metapontino ,permettono di mostrare in una nuova luca il caso: secondo quanto dichiarato dal pentito,attualmente detenuto presso il carcere di Melfi,nel quale sta scontando una condanna per assocazione mafiosa,il PM che inizialmente archiviò il caso dei fidanzatini-senza nemmeno attendere l'esito dell'autopsia-mai eseguita-si era incontrato con uno dei principali indagati della vicenda stessa.

L'incontro avvenne una Domenica mattina,durante un meeting in cui si incontrano magistrati locali,imprenditori e un colonnello dei Carabinieri; in questo summit domenicale nella location di Marinagri,il nuovo villaggio turistico che avrebbe inghiottito come una voragine milioni di euro di finaziamenti pubblici,si trovano seduti a un tavolo per parlare Walter Mazziotta e Vincenzo Autera: il primo l'indagato -"amico" di Luca- e il secondo il PM che avrebbe dovuto indagare sul caso.




















venerdì 30 maggio 2014

GIOVANNA BELLOTTO VILLA

Scomparsa il 9 marzo 1999

Luogo: Lake Manyara Hotel,Tanzania

Età:58 anni


Giovanna era vedova,ed era in pensione da poco tempo dopo aver lavorato per molti anni come medico anestesista all'ospedale civile di Venezia;conduceva un'esistenza serena ed aveva molti interessi,fra cui l'arte e la passione per i viaggi,aveva pochi e selezionati amici e viveva assieme al suo unico figlio in un appartamento del capoluogo veneto.

1. IL VIAGGIO IN TANZANIA


Africa:spazi sconfinati,colori,paesaggi,sensazioni,immagini che non solo penetrano nell'animo del viaggiatore ma spesso ci rimangono per giorni,anni,a volte per sempre.

Ciò che doveva essere un piacevole viaggio in un luogo esotico,come la signora ne aveva già fatti altri in molte parti del mondo,si è trasformato in un assurdo incubo:è come se all'improvviso e senza alcuna ragione plausibile questa terra infinita avesse letteralmente inghiottito la donna veneziana.
Giovanna aveva deciso ugualmente di affrontare il safari africano nonostante i suoi amici avessero rinunciato all'ultimo momento per alcuni contrattempi; nella comitiva, in partenza da Milano erano presenti però altri sei turisti italiani ed una guida.





2. ARRIVO AD ARUSHA E TRASFERIMENTO IN ALBERGO


Dopo il volo,giunti ad Arusha,la seconda città della Tanzania,sita nella zona del Kilimangiaro,la comitiva effettua una sosta per il pranzo prima di salire a bordo di due jeep che li porteranno al Lake Manyara Hotel,che si trova su di un altopiano a strapiombo sull'enorme parco naturale:una zona estremamente selvaggia ed affascinante distante 130 km a ovest da Arusha.
Già da questo momento inizia a verificarsi qualcosa di strano nel comportamento della signora Bellotto:la donna asserisce che uno dei binocoli in dotazione alle jeep siano di proprietà del figlio,rimasto in Italia.
L'accompagnatrice della spedizione non dà peso alle esternazioni della Bellotto ,ritenendo che la donna si sentisse comprensibilmente provata dal faticoso trasferimento all'albergo,su strade non proprio agevoli.


3. ARRIVO IN HOTEL


La comitiva raggiunge l'hotel Lake Manyara e dopo aver sistemato i bagagli è già tempo per la cena.
La signora Bellotto,secondo le testimonianze degli altri membri della comitiva,continua a comportarsi stranamente: lascia la sua borsa al tavolo riservato al loro gruppo,raggiunge il buffet per servirsi ma poi va a sedersi a un altro tavolo in disparte; all'accompagnatrice del gruppo,che si avvicina alla donna per chiedergli per quale motivo si fosse seduta da sola,Giovanna avrebbe risposto che era semplicemente stanca e non appena conclusa la cena sarebbe andata a dormire.



4. PRIMA NOTTE IN HOTEL E SCOMPARSA


Quella stessa sera la comitiva dell'Alpitour assiste ad uno spettacolo d'intrattenimento musicale nel giardino dell'albergo;la signora Bellotto si è già ritirata nella propria camera e di lì a poco,terminata la serata,verrà disattivato come di consueto il generatore di corrente che provvede all'elettricità dell'intera struttura:nella notte l'albergo piomba inevitabilmente al buio e il silenzio è spezzato da un fragoroso temporale,ma non solo:quando ormai tutti dormono la signora Bellotto esce dalla propria stanza ed inizia a bussare ad alcune camere vicine,alcuni compagni di viaggio di Giovanna sentono infatti la donna invocare il nome del figlio rimasto in Italia e poco dopo,un susseguirsi di voci nella lingua locale shwaili.
Da questo momento si perdono le tracce di Giovanna Bellotto.

5.SCATTA L'ALLARME


La mattina seguente la donna non si presenta per la colazione ed immediatamente scatta l'allarme:la guida Alpitour raggiunge la camera della signora Bellotto,bussa ripetutamente ma nessuno risponde,a questo punto la dipendente dell'agenzia viaggi corre a chiamare il Direttore dell'Lake Manyara Hotel ed insieme forzano una portafinestra e riescono ad entrare nella stanza.
All'interno non c'è però nessuno,il letto è intatto e nemmeno la zanzariera è stata aperta,sul comodino effetti personali,documenti della donna e gli inseparabili occhiali da vista.In terra una pantofola e successivamente vengono rinvenuti i doppioni delle chiavi della camera.
La guida della comitiva sporge denuncia di scomparsa al più vicino comando di Polizia e avvisa telefonicamente l'Ambasciata italiana in Tanzania,a Dar-Es-Salaam,e la sede centrale dell'Alpitour in Italia,che riferisce alla dipendente che a questo punto è possibile continuare comunque il safari.



6. I PRIMI DEPISTAGGI


Dopo una mattinata di ricerche,il gruppo intorno alle 15 riparte alla volta del parco naturale Serengeti:le jeep non fanno nemmeno in tempo a lasciare l'albergo che vengono fatte rientrare perchè la guida dall'Alpitour è desiderata urgentemente al telefono:dall'altro capo del filo una voce maschile afferma che la signora Bellotto sarebbe appena stata avvistata sull'autobus di linea che da Lake Manyara porta ad Arusha,e sarebbe stato proprio il controllore ad averla vista a bordo.
Il gruppo può quindi ripartire più tranquillo e rilassato,certo l'allontanamento dall'albergo è strano,ma l'importante a questo punto è che la signora sia viva e stia bene.




7.IL MISTERO SI COMPLICA

In realtà ,da questo momento,il mistero della scomparsa della signora,non solo non è risolto ma sta cominciando a complicarsi seriamente.
La troupe RAI di "Chi l'ha Visto?" esamina il percorso che secondo la testimonianza del controllore avrebbe portato Giovanna alla stazione degli autobus di Arusha:qui però nessuno sembra averla vista.;la testimonianza dunque pare altamente improbabile.
Per raggiungere la fermata dell'autobus più vicina all'Hotel la signora Bellotto avrebbe dovuto percorre una strada sterrata e accidentata al buio,senza occhiali da vista e nel bel mezzo di un temporale.
Altre testimonianze confermano le perplessità:"la signora sarebbe stata fermata dalle guardie di sicurezza che prestano servizio ogni notte alle porte dell'albergo",afferma un venditore locale.




8.PERPLESSITA' SULL'AVVISTAMENTO


Il controllore degli autobus che avrebbe avvistato la signora Bellotto sul bus di linea in direzione di Arusha, pochi mesi dopo la scomparsa della donna,si acquista per la prima voltai n vita sua una casa e viene assunto come impiegato al Parco Nazionale del Ngorongoro:la troupe di Chi l'ha Visto? lo cercano invano sul posto di lavoro,poichè Dominique(questo il nome del presunto testimone) avrebbe preso alcuni giorni di ferie,poi,quando viene raggiunto presso la sua abitazione,in una zona estremamente povera di Arusha,secondo alcune testimonianze,l'uomo avrebbe da pochi minuti lasciato il proprio domicilio.



9. ARRIVA IL FIGLIO


Dopo soli tre giorni dalla scomparsa della signora,il figlio Alberto si precipita in Tanzania accompagnato da un amico di famiglia e viene subito messo a conoscenza dello stato confusionale in cui versava la madre per via del Lariam,il farmaco antimalaria che aveva assunto prima di partire:tutti si erano accorti che non stava bene meno che,a quanto pare,la tour operator Alpitour.



10. LA PISTA UGANDESE


A casa della signora Bellotto,a Venezia,viene trovato un libro intitolato "la donna scomparsa in Africa":la stessa Giovanna nei mesi precedenti aveva espresso chiaramente il desiderio di volersi occupare di volontariato nelle regioni orientali africane ed aveva preso alcuni contatti con dei gruppi di missionari in Uganda.E' forse plausibile un ipotesi del genere?




11. L'IPOTESI DELL'INCIDENTE

Una delle piste prese anche in considerazione dalla Procura di Venezia riguardano l'ipotesi che Giovanna Bellotto,per via del suo grave stato confusionale di quella notte,sia scivolata giù dal precipizio poco distante dalle camere,ed abbia perso la vita nella caduta:tuttavia alcuni Ranger che controllano il parco nazionale sottostante hanno affermato che gli avvoltoi avrebbero senza dubbio segnalato la presenza del cadavere,se ci fosse stato.



12. LA TESTIMONIANZA ANONIMA

Il figlio di Giovanna Bellotto assume un'investigatrice privata -Nicole Touati -che raccoglie una testimonianza anonima che vedrebbe la signora Bellotto  vittima di un tentativo di violenza sessuale andato male:la persona che rilascia questa testimonianza aggiunge anche che l'artefice sarebbe stato il Direttore del Lake Manyara Hotel e ,a quanto sarebbe emerso,con alle spalle alcuni precedenti penali.
Il manager dell'hotel,vedendo la donna in stato confusionale,avrebbe cercato di violentarla ma la signora sarebbe fuggita cadendo dalle scale e sbattendo la testa:a questo punto l'uomo,non sapendo come spiegare l'accaduto,avrebbe occultato il corpo portandolo via in auto o gettandolo nel dirupo sottostante.




13. INDAGINI OSTACOLATE


La stessa troupe di Chi l'ha Visto? viene più volte intimata ad abbandonare le indagini e costretta a cambiare albergo ogni notte; il capo della Polizia di Arusha ha smentito categoricamente l'ipotesi di un omicidio nei confronti della donna consigliando alla troupe Rai di non proseguire oltre nelle indagini.
Il figlio della signora Bellotto,giunto in Tanzania per cercare la madre,viene minacciato da alcuni poliziotti locali con pistola alla mano poichè la vicenda "non sarebbe stata di loro competenza".
Alberto non ottiene sostegno nelle imminenti indagini neppure da parte dell'Ambasciata italiana che minimizza  la questione alludendo ad una fuga amorosa della donna.




15.LA RISPOSTA DELLO STATO ITALIANO


Poco più di un anno dopo la scomparsa,nel maggio 2000,la vicenda approda in Senato con un'interrogazione al Ministro per gli Affari Esteri depositata nel dicembre dell'anno prima,intimando la proposta di indagini in loco con l'Interpol avanzata dalla Magistratura veneziana.



                                                                                                                                                                                                                                                                    


giovedì 29 maggio 2014

LETIZIA TEGLIA

Età: 24 anni (al momento della scomparsa)Luogo della scomparsa: Rivoli (TO)   Segni particolari : persona non vedenteData della scomparsa: 30/08/1995



1) LA SCOMPARSA 

Nel pomeriggio del 30 agosto 1995 Letizia Teglia scompare a pochi passi dall'Ospedale di Rivoli,dove si era recata per una visita medica.

Le indagini partono subito,e viene mandata immediatamente sul luogo una troupe del programma di Raitre "Chi l'ha Visto?".

La cosa che apparve più sconcertante fin dall'inizio,non era ciò che si era trovato ma ciò che non si era trovato:come se la ragazza avesse semplicemente smesso di esistere.

2)AVVISTAMENTI

L'unico avvistamento risale allo stesso pomeriggio della scomparsa,quando un amico della famiglia Teglia sta transitando in auto su una strada nei pressi dell'Ospedale di Rivoli: la ragazza viene vista aspettare davanti alla fermata del Bus,lo stesso che l'avrebbe dovuta condurre a casa.Letizia però su quell'autobus non ci è mai salita.

3)PARTICOLARI PIU CONTROVERSI DELLA VICENDA


  • INDAGATI
Gli inquirenti hanno scandagliato a fondo la vita della ventiquattrenne analizzando i tabulati telefonici del posto di lavoro dove Letizia era impiegata come centralista,presso il Tribunale dei Minori di Torino;è emersa una telefonata in partenza dall'ufficio della ragazza ad un utenza cellulare.
Si trattava di uomo che Letizia avrebbe conosciuto nei dintorni del suo posto di lavoro qualche giorno prima del ferragosto.
In data 12 agosto 1995 l'uomo ha abbordato la ragazza davanti a una fermata vicino al suo posto di lavoro,e l'ha convinta a salire in auto con lui per un passaggio.
I due hanno poi attraversato la città in auto e consumato assieme un aperitivo,prima di scambiarsi i rispettivi numeri telefonici.
L'uomo avrebbe confidato alla ragazza di essere un Carabiniere in servizio nel Piemonte,cosa poi rivelatasi falsa durante le indagini;l'uomo ammise sì,di aver raccontato alla ragazza di essere in servizio nell'Arma,ma esclusivamente per rassicurarla .
L'uomo,un piccolo imprenditore edile di mezza età,dopo accurate indagini e perquisizioni, è stato successivamente prosciolto poichè non sono risultati ulteriori indizi a suo carico.

  •  IL FIDANZATO DI LETIZIA
Ultimamente la ragazza frequentava un ragazzo non vedente con il quale uscivano a mangiare una pizza o per rientrare assieme dal posto di lavoro di Letizia.
I due si sono sentiti telefonicamente la mattina della scomparsa,ma non è mai emerso ciò che si sono detti poichè,alle domande della madre nei mesi successivi la scomparsa,il fidanzatino ha detto "di non voler più sentir parlare di nulla e di voler rompere ogni rapporto anche con la famiglia perchè la cosa è troppo dolorosa".


  •  LE NOVITA' SCONCERTANTI 
Nel 2007 la madre di Letizia Teglia trova casualmente nella propria abitazione decine di audiocassette contenenti la voce della figlia: registrate ci sono lezioni di inglese e corrispondenze con l'ex fidanzato mentre in un altro nastro dalla durata di 60 minuti,la giovane fa riferimento ad un tentativo di stupro ai suoi danni da parte di alcuni uomini.
La giovane allude ad un "sogno" ,ma sembra chiaro che molti dei particolari emersi corrispondano al vero: nell'audio si capta
una ragazza provata,che in lacrime descrive la violenza con situazioni circostanziate.
La mamma ricorda come la figlia nell'ultimo periodo tendeva a lavarsi continuamente quasi a "lavarsi" dallo sporco delle violenze.(particolare comune fra chi ha subito violenze sessuali).

  • COME E' SCOMPARSA LETIZIA
Letizia Teglia è stata sicuramente prelevata dalla fermata dell'Autobus dove è stata vista l'ultima volta da un amico di famiglia.
Gli autisti delle linee del trasporto pubblico, interrogati dai Carabinieri,hanno categoricamente escluso la presenza della ragazza su uno degli Autobus in servizio in quell'arco di tempo.
Resta la domanda: chi ha abbordato e prelevato Letizia da quel luogo?
Seppur le indagini possano essersi indirizzate nel mondo dei non vedenti,pare improbabile che una persona affetta da questo grave handicap abbia potuto far sparire da un momento all'altro la ragazza,per di più caricandola a bordo di un automobile.

  • LACUNE NELLE INDAGINI

Seppur la Procura della Repubblica di Torino abbia ampiamente indagato sulla scomparsa della ventiquattrenne,restano i dubbi legati alla direzione nella quale gli investigatori sono stati portati.
Essi hanno sì indagato,ma forse in troppe e confusionarie direzioni?
Come mai gli inquirenti non hanno mai perquisito l'abitazione di Letizia,lasciando che la mamma scoprisse casualmente alcuni importantissimi nastri ?

  • PARTICOLARI MAI CHIARITI
Grazie ad alcune testimonianze è emerso che il giorno della scomparsa,Letizia avrebbe telefonato da una cabina telefonica all'interno dell'Ospedale ad un destinatario sconosciuto,mai rintracciato poichè i tabulati non sono risultati reperibili.